Oggi prendiamo il traghetto e viaggiamo alla bella Sardegna. Dedichiamo qualche paragrafo al quarto volume prodotto - in tutto e per tutto - da Giovanni Usala, per gli amici Gianni, e pure lui lo preferisce. Atletica sarda a 360 gradi, con alcune puntualizzaioni, che lasciamo fare all'autore.
Ma prima ricordiamo il titolo generale della collana: «Atletica sarda da non dimenticare», questo specifico volume «Tra cronaca e immagini». Contenuto. Scrive Usala:" C'è un prima e c'è un dopo. Il cinquatennio 1950-2000 resta il riferimento temporale del mio lavoro. Ciò non significa che la disciplina non sia stata di buon livello sia negli anni precedenti sia in quelli successivi. La presenza in questo volume di alcuni dei personaggi affermatisi a livelli nazionali ed internazionali prima e dopo questo periodo è funzionale solo in ottica dello sviluppo di singole discipline". Forse - è opinione di chi scrive queste notelle - l'atletica sarda del passato ebbe un rilievo tecnico in molti casi superiore a quello più recente. Il ponderoso volume (380 pagine) apre con pochissime righe dedicate a Giacinto Lambiasi, un giovanotto di Cagliari che ebbe una fulgida carriera come saltatore con l'asta negli anni '20. Fu, ai suoi tempi e per parecchi anni, il migliore della specialità, e di gran lunga. Un breve riassunto. Si affacciò alla ribalta nazionale nel 1920, egli era nato...con i Giochi Olimpici, 1896! Dopo aver praticato ginnastica, si era scoperto atleta poliedrico: alto, giavellotto, lungo, ostacoli...Poi si arruolò in Marina, e riapparse, come detto, nel 1920: subito campione italiano e al vertice della lista nazionale di quell'anno. Negli anni successivi innalzò progressivamente il primato italiano e indossò ancora la maglietta di campione nazionale: 1921-24-25-26-29. Innalzò il record prima a 3,57, e poi ancora a 3,59. Dovette fare i conti con Adolfo Contoli, gran talento, e poi con l'ascesa del fiorentino Danilo Innocenti. Partecipò ai Giochi Universitari a Parigi (terzo) e quando nacque ufficialmente la Nazionale di atletica (1925) fu in squadra per due volte: a Milano, nel '26, contro i cecoslovacchi, vincitore con 3,40; a Roma, nel '27, contro i polacchi, secondo sempre con 3,40. Chiuderà la sua epopea atletica con un massimo di 3,60.
E che dire di Carlo Clemente, sassarese, classe 1903? Stessi anni di Lambiasi, e come lui proveniente dalla ginnastica, allora era normale, le discipline di campo erano parte di questo sport. Clemente, giavellottista, primo italiano a superare i 50 metri, titoli e primati anche per lui. Vogliamo poi parlare di quel grandissimo talento che fu negli anni '40-'50 Tonino Siddi, ultimo frazionista della 4x100 bronzea dei Giochi Olimpici di Londra '48? E poi, ancora un astista, Mario Romeo, il fondista maratoneta crossista Antonio Ambu, l'insuperato decatleta Franco Sar, e facciamo torto ad altri non citandoli. Non ce ne vorrà Gianni Usala se, per qualche riga, abbiamo dato sfogo alla nostra vocazione di...antiquari dell'atletica. Ma fermiamoci e torniamo al suo lavoro."Il libro raccoglie 150 articoli e oltre 500 foto rielaborate, che raccontano carriere, profili e momenti significativi dell'atletica sarda...ricavati dalle cronache apparse nei quotidiani, negli annuari, nelle riviste specializzate".
E poi una nota di delusione, comprensibilissima, ne sappiamo qualcosa qui all'Archivio storico..."Il prodotto dei miei lavori, attraverso i canali sociali, è alla portata di tutti, ma ho l'impressione che esso sia importante solo ai nostalgici dell'atletica...". Impressione solo? Stanne certo, Gianni. Ma c'è ancora qualche rara avis in terris nigroque simillima cycno" (Giovenale) che sa apprezzare e far tesoro di questi lavori. E conservarli con il dovuto rispetto.
Se qualche rara avis volesse saperne di più o addirittura mettere mano al portafoglio per arricchire la propria collezione (per carità, non sia mai!) prenda contatto con l'autore