Lunedì scorso il quotidiano spagnolo "El País", il più autorevole della stampa iberica, ha pubblicato in prima pagina una bella foto di Ruth Beitia che sprizza felicità da ogni millimetro quadrato di pelle, tanta, lei è molto lunga, per la medaglia d'oro conquistata nel salto in alto nella penultima giornata dei Giochi Olimpici Rio 2016. La prima medaglia d'oro di una atleta spagnola in atletica, un evento eccezionale, soprattutto perchè conseguito da una donna di 37 anni (galateo vieterebbe, ma le biografie sportive con la loro grifagna precisione impongono), una ventina dei quali passati sulle pedane di tutto il mondo, una atleta che aveva annunciato anni fa il suo ritiro dalle competizioni, poi era tornata, si era tolta altre belle soddisfazioni, ed ora eccola lì con la medaglia d'oro olimpica al collo.
Il lungo itinerario fra São Paulo e Madrid in casa volante Iberia ci ha messo tra le mani la copia del quoditiano madrileno; Carlos Fernández Canet, che copilotava con noi, ci segnalava che in uno degli articoli a corredo dell'oro di Ruth faceva bella mostra il nome di un nostro grandissimo amico (e socio ASAI...): Giorgio Reineri. Lo scorgiamo fra le righe di un commento, di una colonna firmata da un giornalista e scrittore di origine gallega, Manuel Jabois: una colonnina sotto la rubrica sarcastica "Siempre robando", e titolo del giorno "De frente". Cita l'autore momenti stilistici rivoluzionari nella epopea del salto in alto: Fosbury 1968 con il flop, la risposta stizzita di Volodymyr Yashchenko qualche anno dopo con il mai dimenticato ventrale. Ed ecco, inattesa, la citazione reineriana:"...un milagro tan bien documentado que Giorgio Reineri dijo que por un momento pensò que Yashchenko iba a quedarse suspendido en el aire para siempre".
Se ci mettessimo a scrivere, noi miserelli, l'elogio di Giorgio Reineri giornalista e scrittore, faremmo meschina figura. La citazione di Manuel Jabois è sigillo superpartes. Una sola modesta considerazione: Giorgio non ha mai fatto parte del club "Virgoletta Selvaggia", virgolette aperte virgolette chiuse. Oggi non c'è spazio per i lettori di libri come lui, ma solo per rincoglioniti adepti di Twitter, Facebook, oppure carte assorbenti di Wikipedia. È sacrosanto che i giornali muoiano. Dicono: colpa della tivvu, no! colpa della pochezza di chi non sa scrivere e, di conseguenza, non si fa leggere.
A Manuel Jabois, a Carlos Arribas (da manuale di giornalismo la sua cronaca della gara di salto in alto, sempre sul "País"), a Giorgio Reineri una dedica molto speciale: "È del poeta il fin la meraviglia, parlo dell'eccellente e non del goffo, chi non sa far stupir, vada alla striglia". Giovan Battista Marino (1569 - 1625)