Giornata tristissima quella di domenica scorsa per l'atletica bresciana. In poche ore sono tragicamente deceduti due uomini che hanno impiegato parte della loro vita nel nostro sport, prima come atleti poi come organizzatori, tecnici e dirigenti. Deceduti in due incidenti in una bella valle bresciana, la Valcamonica, ricca di storia e anche di preistoria. Walter Bassi, che di questa valle era figlio, Stefano Martinelli, che nella stessa valle aveva trovato una riposante dimora dove trascorrere ore serene.
Walter, da sempre innamorato delle sue montagne, da loro è stato tradito, durante una escursione di scialpinismo. Un banalissimo incidente, mentre faceva giardinaggio nella sua villetta di Lozio, ha portato via Stefano alla famiglia, al sodalizio sportivo di cui era parte rilevante e alle atlete della sua amata Atletica Brescia con le quali aveva stabilito un fortissimo legame.
Alcuni dei nostri soci avevano avuto occasione di incontrarli, negli ultimi mesi, in eventi legati al mondo dell'atletica bresciana. A fine luglio dello scorso anno, alla Azienda Peri Bigogno di Castenedolo, in occasione della presentazione della gara podistica «Diecimiglia del Garda» organizzata da un nostro socio per omaggiare il traguardo dei cinquanta anni di organizzazione, qualcuno si era ricordato di invitare alcuni dei bravi fondisti bresciani che avevano onorato con la loro presenza questa competizione in anni di grande fulgore. E Walter Bassi era uno di questi, tanto che un anno, era il 1990, con la maglia della Ellesse - nella quale militava anche Gianni Poli - , fu secondo fra Arthur Castro, brasiliano, e Simeon Kigen, keniano, che non erano proprio i «signori nessuno» della corsa di lunga lena. Walter fu felice di quell'invito, così come gli altri, che snocciolarono poi, nel successivo terzo tempo conviviale, i loro vivissimi ricordi. Pubblichiamo la foto - scattata da Pietro Delpero - di quel giorno a Castenedolo: Walter è il primo a sinistra; di seguito, Ottavio Castellini, Sergio Gandaglia, Angelo Fedrigo e Loretta Pagliarini.
Walter Bassi fu buon maratoneta, dalla carriera non lunga complice una struttura muscolare che gli procurava molti problemi. Un nostro amico che era là quel giorno lo ricorda steso sul prato dello Stadio Olimpico di Montjuic al termine della maratona di Barcellona: i muscoli delle sue gambe sembravano volessero schizzare fuori, inarrestabili, ci volle qualche decina di minuti per superare questa crisi. Walter si era convertito alla maratona nel 1987. Nel dicembre del 1988 vinse la prima Tourist Marathon di Palermo, secondo fu un altro bresciano, Osvaldo Faustini. Poche settimane dopo, in gennaio, altra maratona, a Marrakech, in Marocco, secondo. Sono solo alcuni sommari accenni.
L'incontro con Stefano Martinelli ha una data recentissima: il pomeriggio del 15 marzo, in un hotel del centro a Brescia, dove l'Atletica Brescia 1950 ha organizzato un incontro fra dirigenti, atlete di oggi ed ex atleti di ieri, potenziali finanziatori, e presentato un bel libro sulla attività societaria. Presenti anche in questa occasione alcuni soci dell'ASAI. Uno in particolare che con Stefano ha collaborato per parecchi anni nella struttura del sodalizio bresciano. A lui abbiamo affidato il suo ricordo.
"Non c’è bisogno di essere dei campioni per innamorarsi dell’atletica. Stefano Martinelli ne è l’esempio: si è sempre impegnato a fondo in questo sport senza arrivare a risultati eclatanti, ma questo non ha scalfito di un millimetro una passione costruita giorno per giorno prima sulla tennisolite dello Stadio Rigamonti di Mompiano e poi sul manto gommoso del Campo Scuole, il Morosini (oggi Campo Calvesi), coltivando assieme ad alcuni compagni dell’Assindustria Atletica Brescia 1950 un profondo senso di appartenenza al sodalizio. Appese le scarpe al chiodo ha continuato a frequentare gli impianti bresciani come allenatore di mezzofondisti e saltatori coll’asta e ottenendo dai colleghi quel rispetto che gli ha permesso di assumere il ruolo di Direttore Tecnico della società bianco-azzurra. A lui si deve la scelta del club di dedicarsi in modo particolare al settore femminile, riuscendo a costruire una formazione di alto livello in campo nazionale che dapprima ha portato al raggiungimento di una presenza stabile nella Finale Oro del Campionato di società e successivamente alla conquista del titolo italiano che ha permesso alle atlete di cucire sulle maglie lo scudetto per la prima volta nel 2019, mantenedolo fino ad oggi".