
Curiosando alla ricerca di «reperti» d’altri tempi, ci siamo imbattuti in un ritaglio del «Corriere dello Sport» di sabato 26 settembre 1953. Archiviato quello che stavamo cercando, abbiamo allungato lo sguardo sul resto. Si riferiva, con ampi spazi, della prima giornata dei Campionati nazionali assoluti allo Stadio Olimpico. Esordio elegiaco di Luigi Ferrario:“Il cielo è un incanto, lo Stadio una meraviglia. L’accurato tappeto del prato fa spicco fra il cemento delle gradinate, il rosso delle corsie, il verde cupo dei sedili, dove potranno prendere posto le 90 mila persone delle quali è capace lo stadio”, «pezzo» di apertura della prima pagina del quotidiano, cinque colonne. Una vera e propria articolessa – come la definirebbero i nuovi filosofi del giornalismo che non c’è, quello delle 40 righe, meglio 38, tanto la gente non legge, ditela giusta: tanto i giornalisti non scrivono – che girava in sesta pagina ed era affiancata da un altro commento di un tale che sapeva cosa era l’atletica: Alfredo Berra. Luigi Ferrario aveva scritto di atletica per la «rosea» per molti anni, e della «Gazzetta» era stato anche direttore dal novembre 1944 al 23 aprile 1945, indicato dai gerarchi fascisti della Repubblica di Salò, che aveva espropriato la testata.